Martedì, 24 Luglio 2018 10:49

Tavolo regionale sul caporalato

«Un primo incontro positivo e costruttivo per contrastare il caporalato, il lavoro sommerso e lo sfruttamento delle persone».
Gianmichele Passarini, presidente di Cia Veneto, commenta così l’incontro che si è svolto a Palazzo Balbi del tavolo regionale finalizzato al contrasto del caporalato in agricoltura.

«Il settore agricolo è tra quelli maggiormente esposti al rischio di irregolarità, per il carattere prevalentemente stagionale della domanda e per la difficoltà nel gestire i rapporti di lavoro con la manodopera. Purtroppo anche la campagna veneta è attraversata da situazioni al limite della legalità. Come associazione di categoria, siamo già impegnati per il contrasto a questo fenomeno, aderendo al progetto NAVE (Network Antitratta per il Veneto) e collaborando con realtà come Libera»

Al tavolo regionale Cia Veneto ha posto alcuni elementi di discussione.«Chiediamo – conferma Passarini – l’introduzione di un regime amministrativo e contributivo semplificato e meno oneroso per i rapporti di lavoro stagionali e di breve durata. Inoltre occorre rendere sempre più agevoli e rapidi i canali di ingresso e di assunzione dei lavoratori stranieri. È necessario favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Infine, visto che il tema sta tornando d’attualità in questi giorni, chiediamo il ritorno ai voucher: in agricoltura non hanno mai sostituito lavoro dipendente ma hanno fatto emergere tipologie di attività marginali e occasionali, legate alla stagionalità. Senza questo strumento si rischia di scoprire il fianco allo sfruttamento, al lavoro nero e, appunto, a forme di caporalato».

 

Cia Veneto chiederà alla Regione la proclamazione dello stato di calamità naturale su tutto il territorio regionale. Il susseguirsi di violenti eventi atmosferici sta fiaccando il settore e mettendo in serio pericolo i raccolti, con una duplice conseguenza: l’abbattimento del reddito per gli agricoltori e il rischio di un aumento dei costi dei prodotti.

“È una stagione molto particolare dal punto di vista climatico - conferma il presidente di Cia Veneto Gianmichele Passarini - e che richiede interventi compensativi da parte degli enti preposti. In prospettiva dovremo aprire un tavolo di discussione sulla sostenibilità del nostro settore: il Veneto è terra di eccellenze (con vantaggi anche per i settori della ricettività e della ristorazione) e di produzioni fondamentali per la vita quotidiana, ma a redditività bassissima. A questo tema si associa quello della gestione del suolo: la nostra regione è sempre più impermeabile e cementificata e ormai ogni pioggia un po’ più violenta si traduce in danni per le colture e le abitazioni. Ci auguriamo di trovare interlocutori per intraprendere azioni concrete”.

Ecco le zone più colpite:

Rovigo: particolarmente colpito l’alto Polesine, questa volta più Lendinara e Badia Polesine che Lusia, con grandine sabato pomeriggio . Con la tromba d'aria di domenica 15 ora di è arrivati a quasi 200 aziende danneggiate tra colture e strutture.

Verona: danni a est, al confine con la provincia di Vicenza. Danni ai vigneti (nell’ordine del 50-70%) della zona Doc Soave e Pinot grigio a causa della grandinata di venerdì notte.

Padova: danni in centro e prima periferia su mais, serre e ortofrutta. Colpite anche Alta Padovana e zona Montagnana. Si stimano danni al 35% delle colture, centinaia di migliaia di euro.

«Si tratta di un passo avanti importante, e siamo contenti che sia stato accolto il nostro invito a rafforzare gli Spisal». Gianmichele Passarini, presidente di Cia Veneto, commenta così la presentazione del Piano Strategico per il consolidamento e il miglioramento delle attività a tutela della saluta e della sicurezza dei lavoratori” avvenuta oggi a Palazzo Balbi.
«Va dato atto alla Regione Veneto e al presidente Luca Zaia di non aver lasciato cadere nel vuoto le richieste, mosse da tutta l’opinione pubblica, di interventi per contrastare le morti sul lavoro. «Riteniamo che il numero dei controlli dello Spisal debba aumentare aumentato, sia in termini di operatori che di visite in azienda. A patto però che, a differenza che in passato, le visite non siano vessatorie o persecutorie, ma che siano improntate sulla formazione ed informazione dell'utente, per il bene stesso delle aziende e dei loro operatori».
L’agricoltura è uno dei settori più a rischio, secondo solo all’edilizia per numero di infortuni mortali. Ecco perché, secondo Cia Veneto, occorre compiere un secondo passo.
«Il nostro – conferma Passarini – è un settore a bassissima redditività ed il rinnovamento del parco macchine, strumenti ed attrezzature risulta difficile. Alla Regione Veneto chiediamo che si alleggerisca la burocrazia che riguarda i bandi che servono a trovare le risorse per investire nel miglioramento aziendale, e quindi anche nella sicurezza. Come associazione di categoria – conclude - ci siamo attrezzati con i corsi di formazione, dal primo soccorso alla responsabilità aziendale per la sicurezza, i patentini e tutto il resto.
Il piano di oggi – che rappresenta una novità a livello nazionale per l’ampiezza dei soggetti coinvolti e che speriamo possa essere adottato anche da altre regioni - va nella giusta direzione, perché occorre che tutti, a trecentosessanta gradi, intervengano per quanto di propria competenza».

 

Sabato, 21 Luglio 2018 14:30

Voucher, sì al ripristino

«Il ripristino dei voucher, strumento di valido ausilio all’emersione del lavoro sommerso e che si è rivelato di fondamentale importanza per molte forme di lavoro occasionale, sarebbe importantissimo per l’agricoltura veneta».
Lo dichiara il presidente della Cia Veneto Gianmichele Passarini, alla vigilia dell’arrivo alla Camera dei Deputati del Decreto Dignità con i suoi emendamenti. «L’avvio dell’iter di conversione in Parlamento offre l’occasione per adottare questa misura in tempi stretti».

Dopo la loro abolizione, si è creato un vuoto normativo per quanto riguarda il lavoro occasionale.
«L’agricoltura – conferma Passarini – paga colpe non sue, visto che con il vecchio regime pesava per il 6% sul monte voucher utilizzati. L’abuso di altri settori ora penalizza il nostro. Sosteniamo ogni iniziativa finalizzata a combattere lo sfruttamento della manodopera in agricoltura e, più in generale, qualsiasi fenomeno di lavoro irregolare che si traduca anche in concorrenza sleale verso quelle imprese che operano nella legalità. Nelle campagne è già iniziato il periodo delle grandi raccolte, siamo ormai prossimi all’inizio della vendemmia: dall’Amarone nel Veronese al Prosecco nel Trevigiano, c’è una maggiore richiesta di manodopera agricola. Auspichiamo un veloce intervento del Parlamento».

 

 

Venerdì, 13 Luglio 2018 11:04

PINOT GRIGIO : STOCCAGGIO 2018

La Regione Veneto con proprio decreto porta a conoscenza la filiera vitivinicola regionale della richiesta del Consorzio di tutela Vini DOC “delle Venezie” di stoccare, ai sensi di quanto stabilito dall’articolo 39, comma 4 della Legge 238/2016, una quota dei vini atti alla produzione di Pinot grigio “delle Venezie“ DOC, ottenuti dalla vendemmia 2018.

Nell’ultimo anno il vigneto “bio” ha sfondato quota 100 mila ettari di superficie in Italia e le vendite nella Gdo hanno segnato un aumento superiore al 40%.
Per accompagnare lo sviluppo del settore, accanto al Regolamento Ue 848/2018, arriva al traguardo il Decreto Ministeriale (DM) che disciplina il vino biologico: le nuove regole, pubblicate a fine giugno in Gazzetta Ufficiale, recepiscono il Testo Unico del Vino.


Tenendo conto della nuova norma Ue orizzontale, il settore vitivinicolo biologico risponde al Reg. (CE) 203/2012, norma verticale recepita in Italia con il DM 12 luglio 2012 che, dal 1° agosto 2012, ha introdotto (dopo anni di attesa) i requisiti qualitativi e la disciplina di certificazione, oltre che per il vigneto, anche per il processo di cantina.
Spetta alle Regioni e alle Province autonome di Trento e Bolzano determinare i criteri che giustificano, in caso di condizioni meteorologiche eccezionali, l’impiego di dosi di anidride solforosa oltre i limiti previsti per i vini biologici dal Reg. (CE) 606/2009. Ma ciò dovrà avvenire, precisa il DM 8 maggio 2018, sulla scorta di quanto previsto da specifiche Linee Guida che, entro fine agosto 2018, dovranno essere emanate dal MiPAAF in accordo con le Regioni.


Per quanto riguarda invece la procedura di utilizzo di sostanze per uso enologico non ottenute con metodo biologico, l’operatore è autorizzato a impiegare le corrispondenti sostanze non biologiche dopo aver interpellato, con esito negativo, due – e non più tre come previsto dal precedente DM – fornitori di prodotti biologici

Decreto Ministeriale