Lunedì, 17 Settembre 2018 14:20

Cia Veneto al Flormart di Padova

«Bene il mercato interno, ma l’obiettivo è quello di sfondare all’estero: spero che da questa edizione di Flormart vengano le ricette giuste per il settore del florovivaismo». Gianmichele Passarini, presidente di Cia Veneto, lancia così la presenza dell’associazione alla sessantanovesima edizione del Flormart, in programma dal 19 al 21 settembre a Padova. «Il florovivaismo è un settore importante per gli agricoltori, e il mondo Cia è sensibile alle sue esigenze particolari. Mercoledì ci sarà il nostro presidente nazionale Dino Scanavino alla tavola rotonda di apertura del salone». Passarini ricorda la forza del florovivaismo in particolare nel padovano e nel trevigiano. «Ma è un settore che ha necessità di investimenti: soprattutto l’esigenza è quella di trovare sbocco al di fuori del perimetro veneto e italiano. La nostra regione è in controtendenza rispetto al resto d’Italia, con un saldo negativo tra importazione ed esportazioni. Per questo occorre lavorare per arrivare ad un marchio unico di qualità che riesca a far uscire il prodotto dal territorio. A livello padovano si sta già lavorando per questo: nell’area di Saonara è stato avviato il Distretto del Florovivaismo che ha come obiettivo quello di valorizzare il settore e creare un marchio vendita. Vedremo se il Salone porterà novità in questo senso: credo che l’unione faccia la forza, a vantaggio di tutti gli attori coinvolti».

Martedì, 11 Settembre 2018 11:59

Ancora incidenti sul lavoro

L’incidente di Torricelle, nel Veronese, in cui ha perso la vita un 38enne schiacciato da un trattore, riapre la piaga delle morti sul lavoro. Dobbiamo dare seguito al Piano per la sicurezza siglato in luglio.
Gianmichele Passarini, presidente di Cia Veneto, commenta così l’ennesima morte bianca, che va a colpire proprio l’agricoltura.
«Nel nostro settore una percentuale di incidenti accade perché manca la cultura sulla sicurezza. Ci sono 90mila aziende con fascicolo aziendale, circa la metà sono iscritte alla Camera di Commercio, ma solo 20mila di queste fanno dell’agricoltura la loro attività principale o unica. Nelle aziende più strutturate, che possono far fronte ai costi della formazione, si riesce ad arrivare ai lavoratori in modo omogeneo, negli altri casi l’approccio culturale della sicurezza troppo spesso si perde».
Ecco perché, dopo l’assunzione dei 30 tecnici Spisal – primo passo del Piano approvato in Regione – Cia Veneto chiede che vengano avviati gli altri interventi.
«Bisogna puntare sulla formazione, attraverso la consulenza delle associazioni: dobbiamo imprimere in modo forte ai nostri soci la cultura della sicurezza, siano essi dipendenti o imprenditori. Inoltre sarebbe necessario un processo più strutturato e virtuoso per i finanziamenti, ad esempio attraverso i Piani di Sviluppo Rurale. Come associazione di categoria ci siamo attrezzati con i corsi di formazione, dal primo soccorso alla responsabilità aziendale per la sicurezza, i patentini e tutto il resto. Ma dobbiamo intervenire subito e tutti insieme, se vogliamo fermare la conta dei morti».

Lunedì, 27 Agosto 2018 10:52

CIA Informa Settembre 2018

CIA Informa Settembre 2018

  • Agricoltura e assicurazioni agevolate Il marchio “Prodotto di Montagna”

  • Stop tardivo alla doppia rata del 20 agosto

  • Inps: gestioni nuovi voucher

  • Esonero da spesometro per i produttori agricoli

  • Revoca agevolazioni 1° casa:termine triennale

  • Ravvedimento sprint 

  • Conti dormienti 2008 a scadenza

  • Nuovo assetto dell’Agenzia delle entrate

  • Inps: chiarimenti sui permessi legge 104/1992

Mercoledì, 22 Agosto 2018 07:41

L'Arena, 22 agosto 2018

20180822 Arena

Mercoledì, 22 Agosto 2018 07:13

La Nuova Venezia, 22 agosto 2018

20180822 Mattino

Mercoledì, 22 Agosto 2018 07:13

Corriere del Veneto, 22 agosto 2018

20180822 Corriere

«Le aziende Cia non useranno i voucher per la prossima vendemmia, semplicemente perché il Decreto Dignità non li hai reintrodotti».
Maurizio Antonini, direttore della Confederazione Italiana Agricoltori del Veneto, ha raccolto in questi giorni la forte contrarietà degli associati rispetto alle misure del governo. «In effetti tutti speravamo che venissero reintrodotti i buoni lavoro così come li avevamo conosciuti. Ma la legge 96/2018 ha soltanto facilitato il ricorso al contratto telematico per le prestazioni occasionali ("Prest.o") dell'Inps. Si tratta di un contratto a tempo determinato, che - a fronte di un allungamento da 3 a 10 giorni del periodo in cui è possibile svolgere la prestazione - impone alle aziende un aggravo sia di burocrazia (iscrizione all'Inps, obblighi di comunicazione, ecc.) che di costi: al lavoratore vanno 9 euro l'ora, il costo aziendale è di circa 13 euro l'ora, cioè più cari dei contratti a tempo determinato classici. Crediamo che questa nuova disciplina non sia sufficiente a regolare in modo adeguato e soprattutto semplificato quelle prestazioni che si svolgono in maniera occasionale e discontinua, ma che sono ricorrenti in agricoltura. Seppure sia apprezzabile lo sforzo di differenziare l'agricoltura dal punto di vista dei limiti reddituali e più in generale lo sforzo del governo volto a colmare una lacuna normativa che, in vista delle prossime campagne di raccolta, avrebbe creato notevoli difficoltà al settore, vengono introdotti ancora una volta limiti soggettivi e ulteriori procedure che rischiano di ridurre l'impatto e l'efficacia della norma».

 

 

Martedì, 24 Luglio 2018 10:49

Tavolo regionale sul caporalato

«Un primo incontro positivo e costruttivo per contrastare il caporalato, il lavoro sommerso e lo sfruttamento delle persone».
Gianmichele Passarini, presidente di Cia Veneto, commenta così l’incontro che si è svolto a Palazzo Balbi del tavolo regionale finalizzato al contrasto del caporalato in agricoltura.

«Il settore agricolo è tra quelli maggiormente esposti al rischio di irregolarità, per il carattere prevalentemente stagionale della domanda e per la difficoltà nel gestire i rapporti di lavoro con la manodopera. Purtroppo anche la campagna veneta è attraversata da situazioni al limite della legalità. Come associazione di categoria, siamo già impegnati per il contrasto a questo fenomeno, aderendo al progetto NAVE (Network Antitratta per il Veneto) e collaborando con realtà come Libera»

Al tavolo regionale Cia Veneto ha posto alcuni elementi di discussione.«Chiediamo – conferma Passarini – l’introduzione di un regime amministrativo e contributivo semplificato e meno oneroso per i rapporti di lavoro stagionali e di breve durata. Inoltre occorre rendere sempre più agevoli e rapidi i canali di ingresso e di assunzione dei lavoratori stranieri. È necessario favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. Infine, visto che il tema sta tornando d’attualità in questi giorni, chiediamo il ritorno ai voucher: in agricoltura non hanno mai sostituito lavoro dipendente ma hanno fatto emergere tipologie di attività marginali e occasionali, legate alla stagionalità. Senza questo strumento si rischia di scoprire il fianco allo sfruttamento, al lavoro nero e, appunto, a forme di caporalato».

 

Cia Veneto chiederà alla Regione la proclamazione dello stato di calamità naturale su tutto il territorio regionale. Il susseguirsi di violenti eventi atmosferici sta fiaccando il settore e mettendo in serio pericolo i raccolti, con una duplice conseguenza: l’abbattimento del reddito per gli agricoltori e il rischio di un aumento dei costi dei prodotti.

“È una stagione molto particolare dal punto di vista climatico - conferma il presidente di Cia Veneto Gianmichele Passarini - e che richiede interventi compensativi da parte degli enti preposti. In prospettiva dovremo aprire un tavolo di discussione sulla sostenibilità del nostro settore: il Veneto è terra di eccellenze (con vantaggi anche per i settori della ricettività e della ristorazione) e di produzioni fondamentali per la vita quotidiana, ma a redditività bassissima. A questo tema si associa quello della gestione del suolo: la nostra regione è sempre più impermeabile e cementificata e ormai ogni pioggia un po’ più violenta si traduce in danni per le colture e le abitazioni. Ci auguriamo di trovare interlocutori per intraprendere azioni concrete”.

Ecco le zone più colpite:

Rovigo: particolarmente colpito l’alto Polesine, questa volta più Lendinara e Badia Polesine che Lusia, con grandine sabato pomeriggio . Con la tromba d'aria di domenica 15 ora di è arrivati a quasi 200 aziende danneggiate tra colture e strutture.

Verona: danni a est, al confine con la provincia di Vicenza. Danni ai vigneti (nell’ordine del 50-70%) della zona Doc Soave e Pinot grigio a causa della grandinata di venerdì notte.

Padova: danni in centro e prima periferia su mais, serre e ortofrutta. Colpite anche Alta Padovana e zona Montagnana. Si stimano danni al 35% delle colture, centinaia di migliaia di euro.