Venerdì, 14 Agosto 2020 09:39

Latte a 32 centesimi, l'allarme di Cia Veneto In evidenza

«I nodi di misure prese senza ponderare le scelte stanno venendo al pettine: e adesso rischiamo il tracollo del settore lattiero-caseario».

Gianmichele Passarini, presidente di Cia Agricoltori Italiani Veneto, lancia l’allarme, dopo le numerose sollecitazioni ricevute dai produttori veneti e nel giorno in cui il prezzo del latte al litro tocca i 32 centesimi.

 

La chiusura del canale Horeca (febbraio-maggio), il rallentamento delle esportazioni lattiero-casearie non sono state compensate dai maggiori acquisti sui canali retail e questo si è riflettuto sulle quotazioni del latte crudo alla stalla che da febbraio hanno iniziato a calare marcatamente. Il valore della produzione ai prezzi di base del comparto del latte nel 2019 è calcolato dall’Istat in 432 milioni di euro, con una produzione, nel solo Veneto, di un milione e 160mila tonnellate.

Il 2019 era risultato un anno buono, con una media nazionale pari a 40 centesimi/l e in Veneto a 39 centesimi/l (Osservatorio latte Ismea, valori al netto di IVA), seppur calante nei mesi finali dell’anno. Il 2020 si era aperto su quotazioni leggermente inferiori, ma comunque intorno ai 39 centesimi/l.

«Da febbraio – conferma Passarini - con l’inizio del lockdown, si è iniziato a manifestare con evidenza il calo delle quotazioni del latte crudo, per proseguire nei mesi successivi. I valori a maggio in Veneto erano tra i 35-36 centesimi/l, oggi siamo sui 32. Ricordiamo che produrre un litro di latte costa circa 39 centesimi: i produttori quindi lavorano in perdita».

A peggiorare la situazione sono le misure adottate durante l’emergenza Covid. L’articolo 25 del cosiddetto decreto Rilancio (convertito in legge lo scorso 17 luglio) calcola l’ammontare del contributo a fondo perduto confrontando il mese di aprile 2020 con il mese di aprile 2019.

«Ma se i nostri produttori non hanno potuto conferire il latte perché quest’anno la filiera è stata bloccata dal lockdown, pagano colpe non proprie e rischiano di trovarsi senza un euro. Abbiamo detto fin dall’inizio che per l’agricoltura non si può ragionare come per l’industria, nella quale – se fermi una produzione – puoi farla ripartire in qualsiasi momento: il ciclo produttivo agricolo non si può fermare. Avevamo chiesto che per il settore agricolo il calcolo venisse fatto su periodi più congrui, di almeno sei mesi”.

Per i produttori della nostra regione Cia Veneto è riuscita a trovare una piccola ancora di salvezza. «La nostra proposta di recuperare le risorse ancora disponibili nel PSR 2014-2020 è stata accolta: è stata attivata una misura – la cosiddetta misura 21 “Sostegno temporaneo eccezionale nell’ambito del FEASR in risposta all’epidemia di COVID-19” - che mette a disposizione 23 milioni di euro per dare liquidità alle imprese agricole, e in particolare 2000 euro per le aziende casearie. Si tratta di una piccola cifra, ma importante; adesso però occorrono scelte più coraggiose. Per questo – conclude Passarini – ci siamo fatti portatori delle istanze dei produttori veneti con la nostra struttura nazionale, perché arrivino sul tavolo del ministro Bellanova le richieste del comparto lattiero-caseario veneto».

Letto 854 volte Ultima modifica il Venerdì, 16 Ottobre 2020 07:05
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