Stagionali, numeri insufficienti
«Anche nella nostra regione – dichiara il presidente di Cia Veneto Gianmichele Passarini - la manodopera straniera rappresenta ormai stabilmente un terzo (29,3%) della forza lavoro complessiva in agricoltura. A ostacolare l’attività sono la burocrazia e la rigidità degli strumenti. Il fabbisogno delle aziende agricole, infatti, è legato a determinati periodi dell’anno, per cui vanno necessariamente messe in campo politiche per una maggiore semplificazione e flessibilità del lavoro, come sperimentato con i voucher, per consentire anche a giovani, pensionati e percettori di reddito di cittadinanza di integrare il loro reddito attraverso il lavoro occasionale in agricoltura, e senza oneri eccessivi per le imprese».
A livello più generale Cia chiede al Governo di intervenire quanto prima per andare incontro alle esigenze delle imprese agricole, la cui sostenibilità economica è già fortemente destabilizzata dai costi di produzione alle stelle, con i rincari eccezionali di materie prime ed energia, e dall’instabilità dei mercati. «L’agricoltura - conclude Passarini - non può smettere di produrre, ma le istituzioni devono comprendere che gli agricoltori non possono continuare a lavorare in perdita. Con queste quote, alla vigilia delle grandi campagne, dalla frutta estiva alla vendemmia, il settore andrà ancora più in sofferenza».
E nei campi servono 10 mila stagionali «Raccolta a rischio»
Corriere del Veneto
Pochi stagionali, vendemmia a rischio
Il Gazzettino
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