Martedì, 28 Marzo 2017 00:00

Su "Agricoltura crea valore", il presidente Scanavino a tutto tondo

Il presidente Dino Scanavino, in vista della Conferenza economica su "Agricoltura crea valore” ha anticipato in un’intervista a Letizia Martirano dell’agenzia Agrapress, i temi della tre giorni bolognese e non solo.

Qual è il rapporto delle Cia con la politica?

Queste mura hanno visto decine di ministri e noi siamo ancora qui! La libertà di dire quello che si pensa è impareggiabile pur nel massimo rispetto delle istituzioni. Noi valutiamo gli interessi dell'agricoltura nel quadro generale perché il pericolo più grande è il settarismo. E' necessario un equilibrio tra gli interessi per non trasformarsi in corporazione. La corporazione è un ghetto produttivo.

Però gli agricoltori continuano a essere l'anello debole…

In Toscana abbiamo organizzato un'iniziativa importante sul pomodoro. Lì si è detto chiaramente che non possiamo fare una politica contro la grande distribuzione. Però la grande distribuzione deve dirci quali sono i suoi problemi perchè, se questi sono reali, si possono affrontare insieme. Al contrario, se i problemi della gdo non sono reali ma capziosi, allora non può esserci finanziamento pubblico.

Perchè?

Se stai in un sistema condiviso devi accettare le regole altrimenti fai ciò che vuoi, ma senza sostegno dello stato. Questa è la filosofia einaudiana, non il socialismo reale!

Lei non stima molto la grande distribuzione, o sbaglio?

Gli unici che hanno realizzato qualcosa sono Caprotti e Brunelli. Caprotti guadagnando 15.000 euro per metro quadro, circa il doppio della media. Ma nei suoi supermercati non accade quello che succede nelle coop dove frutta e verdura vengono esposte con poca cura. Se quegli scaffali li gestissero gli agricoltori, le coop guadagnerebbero di più.

Parliamo della Conferenza economica che terrete a Bologna il 29, 30 e 31 marzo?

Nella Conferenza economica affronteremo quattro temi: l'Europa dei popoli; il legame tra agricoltura e territorio; l'etichettatura, i marchi e le materie prime, la Pac.

Europa dei popoli invece di…

L'Europa dei popoli è un tema importante se si parte dall'assunto che, oggi, l'Europa dà più importanza alle merci che alle persone. Infatti si fanno muri contro le persone, ma non contro le merci.

Lei come vede e vive il problema degli immigrati?

Come imprenditore assumo manodopera extraitaliana ed extracomunitaria, ma penso che noi non possiamo permetterci di gestire i flussi migratori senza pensare ai ricongiungimenti familiari degli immigrati e a ciò che accade nei loro paesi d'origine.

Cosa significa?

Nel progetto di governo sui flussi non si affronta a sufficienza questo tema perché non si ha contezza di ciò che avviene nei paesi d'origine, in termini di abbandono e spopolamento.

Come affronterete il tema del territorio?

Sul tema del legame tra agricoltura e territorio devo dire che con la nostra parola d'ordine "territorio come destino", avevamo colto nel segno nel sottolineare che qualsiasi cosa fuori dall'ordinario avrebbe provocato un immane disastro e così è stato con i terremoti ripetuti e con le forti avversità atmosferiche di questi ultimi 6-7 mesi. Su questi temi avremo molti ospiti importanti, tra cui l'assessore all'agricoltura delle Marche.

In concreto qual è il progetto della Cia?

In queste aree ci sarà un nostro rinnovato impegno e protagonismo per contribuire alla ricostruzione di quei territori che, senza agricoltura, morirebbero.

C'è una ricetta?

Tutti gli agricoltori, anche quelli part-time, devono essere riconosciuti come tali superando l'attuale definizione di agricoltore attivo.

Sui temi della filiera cosa direte?

Parleremo di filiera con particolare riguardo all'equilibrio tra le varie componenti. Noi avevamo lanciato l'idea di un "network dei valori" dove ognuno può svolgere la propria parte in base alla rispettive competenze. Il sistema agroalimentare italiano sta perdendo punti e ha un grande bisogno di riqualificazione.

E sull'etichettatura, le materie prime?

Sono problemi che vanno mediati politicamente perchè investono il rapporto tra Nord e Sud del Mediterraneo. I paesi che si affacciano su quel bacino non possono permettersi di fare come i polli di Renzo. Le agricolture del Mediterraneo devono trovare un accordo.

E' sufficiente per contrastare i pomodori cinesi?

Sono non solo opportune ma necessarie nuove cultivar di pomodoro che siano apprezzate dai nuovi popoli che abitano i nostri paesi. La gente smette di comprare pomodoro made in Italy non tanto per il prezzo ma per ragioni di gusto! L'export non può essere l'unico punto di caduta; è necessario riflettere sui consumi interni.

Sulla Pac cosa direte?

L'ultima parte della Conferenza economica è dedicata alla Pac. Al segretario generale del Copa-Cogeca Pekka Pesonen, ad Aldo Longo dg dello sviluppo rurale della Commissione europea e agli altri rappresentanti delle istituzioni comunitarie, dirò che dobbiamo agire come se la Pac non ci fosse mai stata.

In che senso?

Va bene mantenere il budget - sempre che ci si riesca - ma dobbiamo garantire ai cittadini che sostengono il sistema rurale europeo cibo, ambiente e paesaggio e un contesto sociale corretto.

In sostanza come si traduce?

Il tema non è tornare al sistema accoppiato, ma bisogna dare un premio a chi produce mantenendo un equilibrio tra produzione e ambiente. Oggi i premi che esistono e che vengono spalmati, sono frutto dei conteggi fatti nel 2002. I PSR non vanno come dovrebbero. In poche parole, senza un sistema che stabilizzi i prezzi con strumenti assicurativi, il premio al produttore di grano in realtà va al mugnaio.

Qual è la filosofia della Cia?

Per un'organizzazione la sostenibilità economica è importante perché vivere del nostro, potendo dichiarare le nostre idee, non ha prezzo.

Perché state stringendo rapporti con Uniceb?

Abbiamo cominciato a dialogare con l'Uniceb perché è importante una sinergia tra un'organizzazione a vocazione generale come la Cia e una che ha un approccio specializzato come Uniceb, il cui presidente Carlo Siciliani è un imprenditore che ha importanti aziende in Puglia ed è nostro socio.

Come vede il suo futuro?

Io sto qui molto volentieri ma, a casa mia, ho un mestiere. Chi può sapere quello che capiterà fra un anno o due. Però so che non mi interessa girare intorno alla politica; mi interessava in passato, infatti mi sono candidato alle elezioni, ora non più. Penso alla mia azienda da portare avanti. 

Letto 1481 volte Ultima modifica il Martedì, 09 Maggio 2017 15:16
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La Confederazione Italiana Agricoltori del Veneto è la struttura della Cia che opera nel territorio veneto. È un’organizzazione laica, autonoma dai partiti e dai governi, che lavora per il progresso dell'agricoltura e per la difesa dei redditi e la pari dignità degli agricoltori nella società, rappresentando oggi oltre 35.000 aziende.

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