20201025Nordesteconomia1

20201025Nordesteconomia2

Nordesteconomia, 25 ottobre 2020

Pubblicato in Rassegna Stampa
Venerdì, 16 Ottobre 2020 10:32

GEDI, 18 giugno 2020

20200618Gedi

Pubblicato in Rassegna Stampa
Mercoledì, 22 Aprile 2020 08:25

Gedi, 16 aprile 2020

20200417Gedi

Pubblicato in Rassegna Stampa
Giovedì, 02 Aprile 2020 10:08

Gruppo Gedi, 04.03.2020

Pubblicato in Rassegna Stampa

Ecco il testo dell'articolo del presidente di CIA Agricoltori Italiani Veneto Gianmichele Passarini, comparso sui giornali Nuova Venezia, Tribuna di Treviso, Corriere delle Alpi e Mattino di Padova in occasione del maltempo sulla nostra regione.

È passata la grande paura per l’eccezionale ondata di maltempo ed è in corso la conta dei danni. Mentre ci uniamo al cordoglio per le vittime e al ringraziamento chi in questi giorni ha dato il massimo per affrontare l’emergenza, occorre avviare una riflessione su quanto è accaduto e ragionare sul futuro. L’abbondanza delle piogge di questi giorni non ci deve trarre in inganno: i veri problemi sono l’aumento della temperatura e la siccità. Nel 2017 nel nostro Paese sono mancati 19 miliardi di metri cubi di acqua; è mancata la neve sulle Alpi e c’è stata una delle primavere più calde dal 1800. Alcune zone del pianeta – i cosiddetti hot spot climatici - stanno già risentendo dell’aumento di temperature, e il Mediterraneo è uno di questi. Il Centro Euro Mediterraneo per i Cambiamenti Climatici ha stimato che nel trentennio 2021-2050 le precipitazioni estive diminuiranno del 22% e quelle primaverili del 13% rispetto agli anni 1980-2010.

Fare i conti con il clima che cambia è diventato strategico per il futuro. È necessario un piano di adattamento ai cambiamenti climatici. Lo si deve fare a più livelli, comprendendo anche il nostro patrimonio agricolo che è a rischio, così come il patrimonio di biodiversità agraria. Fino ora il problema del clima che cambia è stato affrontato durante le emergenze. L’adattamento ai cambiamenti ribalterebbe la situazione e ci permetterebbe di pianificare tecniche e strategie necessarie alla mitigazione dell’impatto degli eventi. Serve un cambio di approccio, in grado di mettere al centro gli agricoltori, gli esperti i ricercatori e i decisori politici. In Veneto serve un piano invasi (utili anche durante eventi alluvionali come quelli dei giorni scorsi), soprattutto di piccole dimensioni. L’agricoltura ha bisogno di acqua, occorre poterne fare provvista quando ce n’è in abbondanza per poterne disporre quando manca. 

Un altro grave problema che non viene affrontato adeguatamente riguarda l’acqua sotterranea: se ne infiltra sempre meno a causa dell’elevata impermeabilizzazione del suolo. CIA Veneto ha espresso più volte alla Regione la disponibilità dei propri associati a fare allagare – dietro compenso economico - i campi in caso di alluvione per salvaguardare i centri abitati. Il costo per la collettività sarebbe sicuramente inferiore rispetto ai risarcimenti necessari per abitazioni e attività commerciali. Infine, nel 2016 sono stati costituiti gli Osservatori permanenti sugli utilizzi idrici nei distretti idrografici. Concepiti originariamente sull’onda della positiva esperienza dell’osservatorio per la siccità del distretto padano, essi forniscono un supporto di conoscenza alla pianificazione e alle decisioni sia nel contrasto ai cambiamenti climatici sia nella migliore gestione della risorsa idrica. Chiediamo che le rappresentanze agricole facciano parte di questi osservatori. Dobbiamo poter dire la nostra perché l’agricoltura irrigua ha anche una funzione ambientale e di salvaguardia del territorio.

 

Pubblicato in Articoli
Lunedì, 05 Novembre 2018 15:28

Tribuna di Treviso, 01.11.2018

20181101Gedi

Pubblicato in Rassegna Stampa