Giovedì, 08 Settembre 2022 07:35

Decreto Aiuti, le richieste di UIL Veneto

«Il Decreto Aiuti ter potrebbe essere uno degli ultimi atti di questo Governo: dimostri di voler sostenere concretamente l’agricoltura italiana, dimenticata dalla campagna elettorale e messa in ginocchio dalla siccità, dal caro energia e dall’impatto economico della guerra in Ucraina».
Gianmichele Passarini, presidente di Cia Veneto, si fa portatore delle richieste degli agricoltori della nostra regione, secondo tre direttrici: agevolazioni su gasolio agricolo, indennizzi dopo gli effetti disastrosi del climate change e garanzia di liquidità alle aziende.
Nel dettaglio, per Cia Veneto è prioritaria l’estensione del credito d’imposta per il carburante agricolo al secondo e quarto trimestre del 2022, periodi particolarmente strategici per il consumo energetico ed esclusi dalle agevolazioni attualmente vigenti. La misura deve comprendere anche il gasolio utile al riscaldamento delle colture in serra e non sia limitata solamente a quello per autotrazione.


Per risollevare le aziende agricole che hanno subito danni pesantissimi dalla persistente siccità, Cia Veneto ritiene necessario il rifinanziamento del Fondo di Solidarietà Nazionale, con l’introduzione di semplificazioni e deroghe che rendano possibile una rapida erogazione degli indennizzi agli agricoltori. Infine, Cia chiede al Governo interventi per garantire liquidità al settore in debito di ossigeno, come fu per l’emergenza Covid, attraverso la sospensione delle rate dei mutui e di tutti gli altri finanziamenti.
«E’ fondamentale – aggiunge Passarini - l’estensione del credito di imposta per l’acquisto di energia elettrica a tutte le aziende agricole, a prescindere dal consumo, considerandole realtà energivore. Tale credito potrà essere ceduto oppure utilizzato in compensazione entro la fine dell’anno».
«Siamo alla fine dell’estate – aggiunge Passarini – e possiamo tracciare un bilancio pressocché definitivo della stagione, grazie alle segnalazioni che i tecnici di Cia Veneto hanno inviato ad Avepa (l’Agenzia Veneta per i pagamenti, cioè l’organismo pagatore regionale degli aiuti, dei premi e dei contributi nel settore agricolo). Registriamo danni al 50% delle colture, con punte dell’85-90% in alcune zone del Veneto. Mais e soia le più colpite, ed è stato perso un raccolto su due della produzione orticola. Secondo Arpav, alla fine di maggio, si è registrata una diminuzione della piovosità del 50% rispetto al 2021. Contemporaneamente c’è stato un rialzo delle temperature, sopra la media già dal mese di maggio e così ancora oggi. Il mix di scarsa piovosità e alte temperature ha comportato una serie di problemi alle colture di difficile paragone con gli anni precedenti».

A livello agronomico questa situazione ha portato ad una realizzazione produttiva diversa da coltura a coltura. Ad oggi, buona parte del Mais da Granella e da Ceroso è stata raccolta registrando perdite di produzione che vanno dal 50 al 80% per quello non irrigato, mentre per quello irrigato si attesta intorno al 30-40%. Tutte le aree litoranee hanno subito la risalita del cuneo salino, che è riuscito a penetrare per diversi chilometri all'interno della costa: ciò ha reso impossibile l’utilizzo dell’acqua per scopi irrigui, in quanto letale per le colture. Nelle aree più centrali si è verificata una situazione paradossale: molte aziende non hanno coltivato i secondi raccolti a causa della mancanza di acqua per irrigare. Ma chi ha seminato ortaggi in secondo raccolto ha avuto il problema che il seme si è “cotto” nel sottosuolo a causa delle alte temperature.
«Cia Veneto – conclude Passarini – sta facendo di tutto per tutelare i lavoratori del settore primario. Ma occorre una presa di coscienza della politica, in un’annata in cui si sono sovrapposte diverse problematiche. Certamente tutti devono rendersi conto che la siccità di quest’anno non sarà un evento isolato, dovremo intervenire di conseguenza».

Letto 406 volte Ultima modifica il Lunedì, 19 Settembre 2022 17:20
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