Frutta, ortaggi, molluschi, vino e tanti altri prodotti del territorio Veneto, sono stati i protagonisti della terza edizione di “Tipici da spiaggia”, la manifestazione organizzata dal 2019 dal Sib-Sindacato Italiano Balneari di Fipe-Confcommercio e da Cia Agricoltori Italiani.

Obiettivo dell’iniziativa è far conoscere i luoghi e apprezzarne le specialità locali. Associare il territorio della vacanza ai prodotti tipici significa infatti anche valorizzare e promuovere le eccellenze agroalimentari e i litorali made in Italy, poiché mare e cibo, da sempre, costituiscono il sinonimo perfetto di vacanza.
Promozione della tradizione enogastronomica italiana, quindi, con protagonisti produttori e agricoltori locali che raccontano – e faranno assaporare – la storia del territorio e dei prodotti tipici: in pratica, la bellezza dei nostri litorali associata alla degustazione di specialità locali e qualsiasi altro prodotto della nostra terra per rendere la vacanza unica ed esclusiva.

Torna per la terza edizione “TipiCI da Spiaggia”, la manifestazione ideata dal Sindacato Italiano Balneari aderente a FIPE-Confcommercio in collaborazione con Cia-Agricoltori Italiani. Quest’estate due gli appuntamenti ai quali non mancare assolutamente: l’ultimo sabato di luglio (il 30, a Sottomarina di Chioggia) e di agosto (il 27, a Rosolina), quando negli stabilimenti balneari aderenti al SIB si svolgeranno una serie di iniziative volte alla promozione della tradizione enogastronomica italiana.

«Ai primi di luglio, dopo l’incontro con la Regione Veneto e con l’ANBI, avevamo chiesto la nomina di un commissario per l’emergenza idrica, convinti che servissero velocità, procedure snelle e zero burocrazia. Siamo stati ascoltati, adesso è il momento di rimboccarsi le maniche e lavorare».
Gianmichele Passarini, presidente di Cia Veneto, commenta così la nomina del presidente della Regione Veneto Luca Zaia a commissario.

Domenica, 24 Luglio 2022 06:44

Nasce Pescagri Polesine

Un kg di vongole veraci oltre le 15 euro all’ingrosso, che diventano 20 euro al dettaglio con un balzo del 40% rispetto al 2021, mentre i consumi calano del 50%. A lanciare il grido d’allarme sul settore in ginocchio sono Cia Veneto e Pescagri, nel corso della apertura della sezione del Polesine dell’associazione di Cia che si occupa di pesca e itticoltura.

Mercoledì, 13 Luglio 2022 11:35

Legge sul fotovoltaico, i paletti di Cia Veneto

«Ribadiamo il nostro no al fotovoltaico a terra, all’agrovoltaico e invitiamo a un maggiore coinvolgimento degli enti locali nell’individuazione delle aree in cui creare i parchi fotovoltaici».

Cia Veneto, attraverso il presidente Gianmichele Passarini, ribadisce alcuni dei propri punti fermi sulla legge regionale che disciplina la realizzazione di impianti fotovoltaici, appena approvata in Consiglio Regionale.

«Potrebbe essere l'anno degli agriturismi, facciamo in modo che il settore abbia le sue regole». E' un messaggio di speranza quello lanciato ieri da Cia Veneto e Turismo Verde Veneto, nell'incontro con la stampa avvenuto all'agriturismo Settecento Alberi di Noventa di Piave. Hanno partecipato il presidente di Cia Veneto Gianmichele Passarini e - per Turismo Verde - la presidente Donata Cenedese e Mario Quaresimin.

«Il settore agrituristico veneto conta di circa 1500 aziende in attività (anno 2019) con una presenza distribuita nelle sette province, Verona con 418 strutture, Treviso con 311, Vicenza 231, Padova 179, Venezia e Belluno 132, Rovigo 53. Recuperiamo i dati del 2019, visto che gli anni 2020 e 2021 sono stati condizionati dalla pandemia. In quell’anno si sono registrate in tali strutture circa un milione di presenze con un aumento del 5,8% sull’anno precedente. Vale la pena di sottolineare che le presenze turistiche complessive nella regione hanno raggiunto i 65 milioni, vale a dire che l’agriturismo ne ha intercettate poco più dell’1,5%. Tale domanda di turismo rurale è, seppur nei numeri descritti, una precisa richiesta da parte di una tipologia di turisti che se non la trovassero nei nostri agriturismi la cercherebbero altrove (altre regioni di Italia, ma anche Francia e Croazia), rischio che la nostra regione non si può permettere di correre. L’enogastronomia, l’ospitalità rurale, la fruibilità di paesaggio agrario, di storia e tradizioni del mondo agricolo rappresentano per i cittadini un modo diverso di vivere il proprio tempo libero verso il quale c’è un preciso orientamento di un nuovo modo di fare turismo che si coniuga con il turismo lento, fatto di esperienze, lontano dai centri affollati, a contatto con la natura, con gli agricoltori e con i tanti prodotti di eccellenza che caratterizzano la nostra agricoltura. Dai dati del centro studi CIA nazionale, le presenze nella primavera 2022 sono in aumento del 10% rispetto allo stesso periodo del 2019».

In particolare, recarsi presso un agriturismo questa estate è anche un aiuto al settore. «Quest’anno è caratterizzato da una persistente siccità che, sommata alla difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e all’aumento dei costi energetici, mette a rischio la tenuta economica delle aziende agricole, i cui margini di guadagno sono sempre più ridotti. Scegliere un agriturismo – che è l’elemento più diffuso è caratteristico della cosiddetta multifunzionalità – vuol dire aiutare e sostenere il mondo agricolo».

Durante l'incontro si è discusso delle modifiche alla legge regionale 28/2012, che regola l'attività degli agriturismi. «Attività che è sempre connessa, non è quella principale, che è e deve restare quella agricola. troviamo la nuova definizione di turismo rurale da cui appare evidente la connessione ed il legame con l’azienda agricola. Si è parlato di ospitalità e di percentuali di prodotti, ma soprattutto si è voluto promuovere un sistema».

«Abbiamo restaurato le tante case rurali diroccate, recuperato le ricette della tradizione contadina, le specie autoctone in via di estinzione, ripristinato in tanti territori il paesaggio rurale, il tutto ripagato da un reddito complementare a quello derivante dall’attività agricola, ospitando inizialmente “improbabili” turisti (poi sempre più numerosi). L’agriturismo è stato così visto come un luogo fuori dalle mete di un turismo di massa e quindi di possibili assembramenti, ed un posto all’aperto, al contatto con la natura e quindi più sicuro, sostenibile ed esperienziale. Abbiamo saputo dare momenti di relax, di svago, di nuove esperienze da portare a casa, ma anche di conforto verso i nostri ospiti, potendo affermare di essere sempre più indispensabili alla comunità. 

Tutti insieme ridiamo valore al fattore umano e quindi alle relazioni, elemento chiave per l’accrescimento del bene comune e delle aree più interne del nostro Veneto».

 

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