Mercoledì, 22 Gennaio 2020 08:59

Con le regioni del Nord via al progetto “Il Paese che vogliamo”

Interventi di manutenzione infrastrutturale; politiche orientate al governo del territorio; azioni per favorire e sviluppare politiche di filiera a forte vocazione territoriale; nuovi e più incisivi sistemi di gestione della fauna selvatica; un rinnovato protagonismo delle Istituzioni e degli Enti locali sul fronte delle politiche europee.
Sono i cinque punti della piattaforma programmatica “Il Paese che vogliamo”, presentati ieri nel corso dell’assemblea regionale di Cia Agricoltori Italiani Veneto.


L’associazione, forte di oltre 25mila iscritti in tutta la regione, con una rete capillare di sedi e servizi, chiude il 2019 con molti risultati positivi e si affaccia al 2020 con questo piano, declinato in simbiosi con le Cia di Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna.
«Nel 2019 – conferma il presidente regionale Gianmichele Passarini – siamo riusciti a portare all’attenzione delle istituzioni alcune questioni da troppo tempo in sospeso: sulla fauna selvatica abbiamo innescato una discussione concreta, con la presentazione di una proposta di modifica della legge sulla gestione e che ora è sul tavolo del governo. Sulla cimice asiatica siamo riusciti ad ottenere dalla Regione Veneto, che era partita con uno stanziamento di 900mila euro per un biennio, a circa 4 milioni: sempre pochi rispetto alle centinaia di milioni di danni subiti dalle aziende ortofrutticole, ma meglio di niente. Superando campanilismi e rigidità, abbiamo presentato una lista unitaria per le elezioni nei Consorzi di Bonifica: Cia è passata da 21 a 27 consiglieri eletti».
I fronti caldi per il 2020 sono diversi, a partire da quello infrastrutturale.
«Il Veneto è la seconda regione d’Italia, dopo la Lombardia, per consumo di suolo. Occorre preservare il territorio, mantenerne l’equilibrio sia dal punto di vista storico-paesaggistico (che vuol dire anche la conservazione di una cultura e di una tradizione) che idrogeologico. Non discutiamo sulla gestione del post Vaia, ma cogliamo l’occasione per ripensare all’utilizzo del suolo: la manutenzione è fondamentale».
Proprio nel bellunese Cia ha presentato un progetto per la valorizzazione della filiera del legno. «Ma stiamo lavorando anche su quella del mais e ci occuperemo della pesca, settore che merita maggiore attenzione».
«Il Veneto è terra di produzioni di eccellenza», conferma il presidente nazionale Dino Scanavino, intervenuto in chiusura di assemblea. «Ma l’altissima qualità dei prodotti, il grande lavoro dei nostri agricoltori non è sufficiente in un contesto globale. Viviamo sulla nostra pelle le fluttuazioni del mercato a causa dei dazi, delle guerre commerciali. Paghiamo una poca attenzione al settore primario: se la cimice asiatica distrugge i nostri frutteti, la grande distribuzione non potrà fare mancare sui propri banchi mele e pere. Ma sarà costretta a rivolgersi ai mercati esteri, con costi più alti e qualità neanche paragonabile a quella italiana. Il Paese che vogliamo, in sostanza, è quello che valorizza i suoi punti di forza».

20200121 Sala assemblea

Letto 1144 volte Ultima modifica il Mercoledì, 26 Febbraio 2020 12:14
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La Confederazione Italiana Agricoltori del Veneto è la struttura della Cia che opera nel territorio veneto. È un’organizzazione laica, autonoma dai partiti e dai governi, che lavora per il progresso dell'agricoltura e per la difesa dei redditi e la pari dignità degli agricoltori nella società, rappresentando oggi oltre 35.000 aziende.

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