Martedì, 22 Ottobre 2019 13:50

Nuova Agricoltura, il terzo numero

E ' in distribuzione nei prossimi giorni il terzo numero di Nuova Agricoltura, il periodico trimestrale della Cia Agricoltori Italiani Veneto. In questo numero ampio spazio alla questione della cimice asiatica e a quella dei dazi americani. Poi le notizie da tutte le province ed un interessante vademecum sulle pensioni. Potete trovare il giornale nelle sedi CIA e anche on-line su questo sito, a questo link.

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Affollato incontro sulla gestione della fauna selvatica, quello che si è svolto stasera nel municipio di Roana, nell'Altopiano di Asiago. Appuntamento atteso da tempo dagli amministratori locali, dagli agricoltori e dai cittadini della zona, che hanno partecipato con interesse al convegno organizzato da Cia.

Lunedì, 30 Settembre 2019 15:07

Fauna selvatica, convegno a Roana

"Fauna selvatica: siamo davvero in grado di affrontare il problema?". E' il titolo del convegno organizzato da Cia Agricoltori Italiani Veneto, Cia Agricoltori Italiani Vicenza, Unione Montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni e Comune di Roana.
L'appuntamento è per venerdì 4 ottobre, alle ore 16, nella sala consigliare Canove di Roana.

Venerdì, 20 Settembre 2019 10:06

Servizio Civile all'INAC

Dai una mano al tuo futuro: canditati a fare il Servizio Civile all’Inac-Cia! Per maggiori informazioni vai sul sito www.inac-cia.it e cerca la sede più vicina a te oppure invia un’e-mail all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Mercoledì, 18 Settembre 2019 13:40

Investire nella qualità del lavoro e del territorio

Il prossimo mercoledì 25 settembre, alle 9.30, all'Hotel Resort di Gardaland (a Castelnuovo del Garda), si svolgerà un convegno organizzato dalla Filcams Veneto, la categoria della Cgil che rappresenta i lavoratori del Commercio, Turismo e Servizi. Al centro dei dibattito, la qualità del lavoro nei settori dell'agroalimentare, dell'industria turistica e dei trasporti. Tra i relatori ci sarà il presidente di CIA Agricoltori Italiani Veneto Gianmichele Passarini. 

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Martedì, 17 Settembre 2019 13:03

Cimice asiatica, risorse insufficienti

Risorse insufficienti, il settore frutticolo nazionale rischia il collasso. Gianmichele Passarini, presidente di CIA Agricoltori Italiani Veneto, commenta così l’esito del tavolo verde sull’emergenza “cimice asiatica” che si è tenuto oggi. «Prendiamo atto della convocazione del tavolo da parte della Regione Veneto – ha spiegato Passarini – sulla scia della mobilitazione che CIA e le altre organizzazioni agricole hanno organizzato e che ci ha portato a incontrare i prefetti di Verona e di Padova. Certamente lo stanziamento annunciato dall’assessore Pan (200 mila euro l’anno 2019 e 900.000 nel 2020) è assolutamente insufficiente per affrontare un problema che ha provocato danni per 80 milioni di euro soltanto nel Veronese. Questi fondi potrebbero essere utilizzati per mitigare gli interessi sui mutui, sui prestiti richiesti dagli agricoltori. Ed anche i tempi di studio e di introduzione degli insetti antagonisti, come la vespa samurai, sono lunghissimi: per avere qualche risultato ci vorranno da 3 a 5 anni». CIA Veneto ha ricordato che i frutteti di Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna rappresentano l’ossatura della filiera nazionale. «Senza un intervento del Governo e senza il contributo dell’Unione Europea – ha concluso Passarini – rischiamo la morte del settore. E' un'occasione per riprogettare l’ortofrutta, guardando al futuro, al 2030: seppur organizzato, oggi il settore non dà la redditività necessaria agli agricoltori».

1490 2019 tavolo verde 2 con assessore Pan

Una grande mobilitazione dei frutticoltori veneti e in concomitanza emiliani e friulani per manifestare il grave problema della cimice asiatica che sta mettendo in serio pericolo la frutticoltura del Veneto e del Paese. È quella in programma venerdì 13 settembre, organizzata da Cia-Agricoltori italiani, Confagricoltura e Agri Veneto.
Davanti alle Prefetture delle principali province frutticole - in particolare a Verona e Padova, due delle province più colpite - i rappresentanti del mondo agricolo chiederanno di ottenere il risarcimento dei danni causati dal parassita al fine di arrivare in tempi rapidi all’utilizzo dell’insetto antagonista (la vespa samurai). Infatti occorre affrontare l’emergenza stanziando risorse da parte del Governo e intervenendo sulla normativa europea che vieta gli aiuti di stato per le calamità ‘non da quarantena’ come nel caso della cimice asiatica. Poi va sbloccato, presso il Ministero dell’Ambiente, il decreto che consente l’autorizzazione all’importazione, la sperimentazione ed il lancio del suo antagonista naturale.
I frutticoltori sono stremati e sconfortati dalla situazione drammatica in cui versa il settore ortofrutticolo perché oltre all’emergenza del parassita alieno le imprese devono subire i danni ulteriori causati da altre avversità come gli eventi grandinigeni ed altre patologie sui prodotti ortofrutticoli d’eccellenza, nonché un mercato che riconosce prezzi insoddisfacenti di alcune produzioni come pesche, nettarine e drupacee.
Ma il problema non riguarda solo i frutticoltori. Infatti a risentire pesantemente delle conseguenze della cimice asiatica sono, ormai, tutte le produzioni, dai seminativi, come mais e soia, alle orticole.>
Intervistato qualche giorno fa dal Tgr Veneto, il presidente di CIA Veneto Gianmichele Passarini ha ricordato che senza risorse economiche per gli agricoltori e senza investimenti nella ricerca, «rischiamo di avere raccolti rovinati per il il 70-100%». 

Dopo gli appuntamenti del 29 giugno e del 27 luglio, si chiude sabato 31 agosto “Tipici da spiaggia”, la manifestazione che porta il Made in Italy dell'enogastronomia sotto l’ombrellone.
Organizzata dal SIB-Sindacato Italiano Balneari di Fipe-Confcommercio, a cui ha aderito CIA Agricoltori Italiani, l’evento gode del patrocinio del Ministero delle Politiche Agricole alimentari, forestali e del turismo.
Sulle spiagge di quattro località balneari venete - Caorle, Jesolo, Eraclea e Rosolina - saranno dunque presenti gli stand CIA con i prodotti tipici della regione, per far diventare la vacanza anche occasione di conoscenza dei luoghi che associano alla bellezza del territorio, la degustazione di specialità locali (vini, formaggi, olio, frutta, ecc.), e qualsiasi altro prodotto della nostra terra. A presentare i prodotti, che rendono ogni regione unica ed esclusiva, saranno gli agricoltori stessi.

In particolare, dalle ore 18.00, allo stabilimento balneare Nemo Beach di Jesolo si svolgerà l’appuntamento centrale della manifestazione che coinvolge la nostra regione, alla presenza dei presidenti di Unionmare Veneto Alessandro Berton e CIA Veneto Gianmichele Passarini.
Durante le degustazioni, interverranno chef, ristoratori e imprenditori agricoli locali per raccontare la storia del territorio e dei prodotti tipici.

«Questo progetto, fortemente voluto dal Ministero anche per testimoniare la vicinanza del modo dell’agricoltura al mondo del turismo, sottolinea l’importanza di questi due settori strategici per l’economia della nostra regione – afferma il presidente di Unionmare Veneto, Alessandro Berton –.
L’enogastronomia ricopre grande importanza nell’offerta turistica del nostro territorio e non solo, che va sempre più targettizzata per proporre un prodotto vincente.
La conoscenza delle tipicità locali e del territorio rappresentano un vero e proprio momento di cultura, di conoscenza e di crescita. È molto importante quindi il legame tra turismo e gastronomia – conclude Berton – due settori che condividono anche molti aspetti comuni, della sostenibilità ambientale grazie all’utilizzo oculato delle risorse, al legale indissolubile con il territorio, fatto di imprese locali e quindi costituito da un’economia non delocalizzabile».

«La promozione del buon cibo nelle imprese balneari, attraverso il racconto diretto degli stessi agricoltori – spiega il presidente di CIA Agricoltori Italiani Veneto Gianmichele Passarini – è un’occasione in più per far conoscere ai turisti il nostro grande patrimonio agroalimentare, valorizzando ulteriormente il Made in Italy. La costa veneta, da Bibione fino al Delta del Po, è meta ogni anno di milioni di presenze nazionali ed internazionali: partendo dal modo di dire “mordi e fuggi”, abbiamo pensato che questa espressione – grazie al contatto diretto tra produttori e consumatori – possa diventare “mordi e torni”».

 

Mercoledì, 31 Luglio 2019 09:29

Cimice asiatica, 200mila euro di sostegno

«Un piccolo contributo per affrontare questa emergenza, ma meglio di niente». CIA Veneto accoglie con moderata soddisfazione lo stanziamento di 200mila euro per sostenere le aziende danneggiate dalla cimice asiatica, inserito nell'assesstamento di bilancio della Regione Veneto.

«Dobbiamo ringraziare il consigliere regionale Graziano Azzalin, che ha presentato quest'emendamento a favore del nostro settore, e il Consiglio Regionale per averlo approvato. In tutta la regione si contano 26.700 ettari di superficie coltivata ad orticole, per un valore complessivo di produzione che si attesta a 690 milioni di euro. I trattamenti con prodotti conformi alla certificazione biologica e difensivi contro la cimice finora nono sono serviti a nulla, la situazione è drammatica. Con 200mila euro si potrà a malapena affrontare l'emergenza, ma occorrerà un intervento più significativo».

Gianmichele Passarini, presidente di CIA Agricoltori Italiani Veneto, saluta con soddisfazione la firma del protocollo d’intesa con la Regione Veneto e gli altri protagonisti del mondo produttivo e sociale.
«Il settore agricolo - ricorda Passarini - è tra quelli maggiormente esposti al rischio di irregolarità, per il carattere prevalentemente stagionale della domanda e per la difficoltà nel gestire i rapporti di lavoro con la manodopera. Proprio per questo abbiamo partecipato attivamente al percorso che ha portato alla firma di un protocollo per il contrasto del caporalato.
Con il documento di intesa di oggi ampliamo il raggio d’azione, perché l’illegalità si annida a tutti i livelli della filiera agricola e a farne le spese sono i nostri contadini».
Pressati da costi molto alti e redditività sempre più bassa, potrebbero essere “tentati” di prendere delle scorciatoie, appunto illegali, non capendo che così rischiano di perdere per sempre la loro libertà e la loro sicurezza.
«Ben venga dunque – conclude Passarini - questo protocollo, a patto che diventi uno strumento di azione concreta: vorrei ricordare oggi la grande manifestazione di Libera (associazione con la quale CIA collabora da molti anni) del marzo scorso, che aveva acceso un riflettore sulle infiltrazioni mafiose nella nostra regione. Il problema esiste e va affrontato».

Lotta al caporalato, occorre uno sforzo congiunto e non di parte. CIA Agricoltori Italiani Veneto e Confagricoltura Veneto, a poco più di un anno dalla sottoscrizione del protocollo con la Regione Veneto (avvenuta il 21 maggio 2018), fanno il punto sulla reperibilità della manodopera stagionale e sulle iniziative per incrociare domanda e offerta di lavoro. Per tutto il Veneto sono arrivati infatti solo 831 lavoratori stagionali non comunitari, assegnati dal ministero, quando le domande di manodopera sono state il doppio. Una carenza che rischia di favorire il lavoro illegale.
«Quest’anno – spiega Luigi Bassani, direttore di Confagricoltura Veneto - si sta acuendo il problema relativo alla reperibilità della manodopera. Sono tre anni che le quote per l’ingresso di cittadini non comunitari per il lavoro stagionale in Veneto sono state ridotte di due terzi, mentre quelle di altre regioni sono aumentate. Stiamo cercando di avere spiegazioni dal ministero dell’Interno e di riavere le quote che ci sono state sottratte. Lo scopo rimane quello di contrastare forme illegali di somministrazione di manodopera, perché un migliaio di lavoratori in meno concessi equivalgono ad altrettanti lavoratori concessi al Far West del lavoro illegale».
«Ci sono casi eclatanti – conferma Maurizio Antonini, direttore di CIA Veneto – come quello di Venezia. Una città che vive di turismo, che conta (solo a livello alberghiero) 8.000.000 di arrivi l’anno, ha avuto 20 quote per lavoro stagionale. Con questi 20 lavoratori, vanno coperti tutti i settori stagionali: bar, ristoranti, alberghi, spiagge e... imprese agricole. A Padova sono stati concessi 80 posti su quasi 400 richieste. A Verona i 500 concessi potrebbero sembrare tanti, ma se si considera che si comincia ad aprile con la raccolta delle fragole, a luglio con le pesche, in agosto con le pere, in settembre con l’uva, a novembre con kiwi e olive, si capisce che la stagionalità da coprire diventa ampia».
Una situazione insostenibile, che va nella direzione opposta a quanto firmato con la Regione del Veneto. In sede di firma del protocollo, Confagricoltura e CIA avevano sottolineato come anche gli enti bilaterali per l’agricoltura potessero svolgere un ruolo importante per far incontrare domanda e offerta di lavoro.
«Ora prendiamo atto – commentano Bassani e Antonini - di un accordo sottoscritto dalla Regione Veneto con un’altra associazione, che prevede di fare quello che noi stiamo già facendo a livello locale. Ci chiediamo se sia opportuno che su un tema così delicato e cruciale, sul quale la Regione Veneto ha deciso di impegnarsi a fondo, abbia senso interloquire con soggetti che rappresentano solo una parte del vasto mondo dell’agricoltura e non coinvolgere tutto il mondo della rappresentanza agricola».

Lunedì, 22 Luglio 2019 08:13

Carta Serena

Carta Serena offre, ai propri associati, una gamma di servizi, coperture, opportunità e agevolazioni. A essa si aggiungono le convenzioni, che la Cia nazionale e le sedi territoriali stipulano per tutti gli iscritti: un “marketing associativo” sempre più utile e accattivante per il sistema Confederale e per l’insieme della “Community Cia”, di cui i pensionati e le loro famiglie sono parte importante.
Scarica qui sotto il depliant informativo

 CARTA SERENA

“Siamo lieti che la Corte Costituzionale abbia riconosciuto agli enti locali il potere di adottare provvedimenti in materia di gestione di fauna selvatica. Adesso siamo pronti ad un passo ulteriore: abbiamo chiesto un incontro all’ANCI Veneto, per studiare assieme ai sindaci le misure più efficaci per intervenire nelle more della modifica della legge”.

Gianmichele Passarini, presidente di CIA Agricoltori Italiani Veneto, interviene nel dibattito sui grandi carnivori.

“E’ inutile gridare ‘al lupo al lupo’ senza intervenire. È un bene che finalmente anche le altre associazioni agricole sposino la necessità di modificare la legge 157/92 sulla fauna selvatica. Già a maggio scorso - ricorda Passarini - avevamo consegnato alla Regione del Veneto la nostra proposta di modifica della legge, ormai datata e inadeguata, e così è avvenuto anche a livello nazionale. Il concetto base è quello di sostituire il concetto di “protezione” con quello di “gestione”.

Passarini invita inoltre a distinguere le attività di gestione della fauna selvatica da quelle dell’attività di caccia, proprio nei giorni in cui è stato approvato il calendario venatorio.

“La gestione della fauna selvatica e l’attività venatoria hanno evidentemente delle connessioni tra loro, ma si tratta di due aspetti profondamente distinti: di carattere generale di governo del territorio il primo, e specifico, ludico-ricreativo il secondo. Questa distinzione deve essere presente e caratterizzare la programmazione e la gestione del sistema”.

Il presidente CIA richiama ancora la proposta di legge presentata un paio di mesi fa: “Le attività di controllo della fauna selvatica non possono essere delegate all’attività venatoria. Il controllo delle specie in eccesso deve rappresentare un’azione prioritaria nella programmazione faunistica, mettendo in campo tutti gli strumenti preventivi e operativi necessari, anche con strumenti di emergenza e di pronto intervento. Il controllo, anche quando prevede l’abbattimento selettivo dei selvatici, deve essere svolto prioritariamente da personale pubblico e/o dagli addetti della vigilanza venatoria, oltre che dall’azione ordinaria della caccia selettiva”.

«A dieci anni dell’inserimento nella lista delle DOCG italiane del Prosecco Conegliano Valdobbiadene (era l’agosto del 2009), oggi quelle colline diventano patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Per CIA – Agricoltori Italiani è motivo di orgoglio e soddisfazione, il prosecco rappresenta certamente un fiore all’occhiello della nostra produzione».
Gianmichele Passarini, presidente regionale di CIA, accoglie così la decisione presa a Baku.
«La produzione non riguarda solo Conegliano e Valdobbiadene. L’intera area delle colline comprende 15 comuni per un totale di 20.000 ettari vitati. Ma il prosecco viene anche prodotto in un territorio che comprende cinque provincie del Veneto quali Treviso, Venezia, Vicenza, Padova e Belluno, e quattro del Friuli Venezia Giulia quali Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine. In queste zone vengono coltivati i vitigni da cui si ricavano uve Glera, destinate alla produzione del Prosecco DOC. Quello che mi preme oggi sottolineare è l’impegno degli agricoltori nel promuovere una produzione sempre più sostenibile: ogni agrosistema si sovrappone ad un ecosistema naturale, un certo impatto ambientale è in assoluto inevitabile. Il Consorzio di Tutela della Denominazione di Origine Controllata Prosecco rispetta da anni un disciplinare teso a ridurre il più possibile l’impatto del sistema agricolo e che vieta l’utilizzo di principi attivi come il Glisofate. Crediamo che anche questa attenzione all’ambiente abbia contribuito al successo di oggi».

Venerdì, 05 Luglio 2019 08:25

Dazi Usa, rischi per l'export veneto

I dazi che gli Stati Uniti potrebbero applicare ad alcuni prodotti del Made in Italy, come “ritorsione” tra i colossi dell’aviazione Airbus e Boing rischiano di mettere in ginocchio l’export alimentare Veneto.
CIA – Agricoltori Italiani, attraverso il suo centro studi, ha elaborato delle proiezioni sui principali prodotti che verrebbero colpiti dai dazi.

Mercoledì, 26 Giugno 2019 13:12

AGIA Veneto incontra l'assessore Pan

Una delegazione dell'AGIA - Associazione Giovani Imprenditori Agricoli - del Veneto, guidata dal presidente regionale Luca Bisarello, ha incontrato stamattina l'assessore regionale all'Agricoltura Giuseppe Pan per illustrare l'attività dell'associazione e approfondire i temi che stanno più a cuore alle nuove generazioni.

«I pensionati non sono il bancomat dello Stato, il taglio degli assegni mette a rischio 6 milioni di persone in tutta Italia». È partendo da questo assunto che l’Associazione Nazionale Pensionati ha manifestato lunedì 19 giugno a Venezia, incontrando il Viceprefetto della città lagunare Sebastiano Cento.
Manifestazioni analoghe si svolgono questa settimana in tutti i capoluoghi di Regione: ai Prefetti è stato consegnato il documento approvato dall’Assemblea nazionale ANP-CIA (lo scorso 16 aprile a Bologna), affinché venga trasferito dalle prefetture alla Presidenza Del Consiglio Dei Ministri e al Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale.

Il documento contiene proposte e rivendicazioni nei confronti del Governo nazionale, a partire dall’aumento degli assegni di pensione al minimo - circa 500 € mensili – fino alla richiesta di riforma del provvedimento del Governo in materia di “pensione di cittadinanza” che, a causa dei criteri di accesso, prefigura situazioni di discriminazione e ulteriori diseguaglianze.

«Già con la mensilità di giugno – spiegano il presidente regionale di ANP Giuseppe Scaboro e il segretario Luciano Bozzato, che con i sette presidenti provinciali hanno guidato la delegazione - l'Inps recupera la quota indicizzata sugli assegni sopra i 1.520 euro lordi (circa 1.200 netti) maturati da gennaio in poi. Questo per una norma, contenuta nella Legge di bilancio, che consentirebbe un risparmio di 3,6 miliardi di euro in tre anni, mentre si colpiscono le fasce più deboli e che andrebbero maggiormente tutelate dall'aumento del costo della vita.
La cosiddetta pensione di cittadinanza non ha, inoltre, risolto in nessun modo il problema delle minime, alle prese, tra l'altro, con l'incertezza della quattordicesima di cui non fa menzione né la Legge di bilancio né il Decreto pensioni. Il taglio effettuato con il blocco dell'indicizzazione non verrà mai più recuperato, incidendo sulla perdita del potere d'acquisto degli assegni pensionistici, già arrivata al 30% negli ultimi dieci anni».

Oltre al nodo non risolto delle pensioni, il documento lamenta una inadeguata strategia e azione di politica sanitaria e di servizi sociali, soprattutto nelle aree interne e rurali del Paese. Le persone anziane, già in difficoltà per gli effetti della crisi di questi ultimi anni, sono quelle maggiormente colpite da queste carenze.
«L’ANP-CIA – aggiunge Scaboro – preme per un welfare di comunità, funzionale alla tutela delle persone. Abbiamo messo in rilievo anche l’urgenza del tema della valorizzazione del ruolo sociale dell’anziano, per favorire il quale è necessaria una Legge sull’invecchiamento attivo».

«I pensionati non sono il bancomat dello Stato, il taglio degli assegni mette a rischio 6 milioni di persone in tutta Italia». È partendo da questo assunto che l’Associazione Nazionale Pensionati (ANP) del Veneto manifesterà lunedì 17 giugno a Venezia.
Un corteo si muoverà da Piazzale Roma fino a Campo San Maurizio: alle 11 una delegazione, guidata dal presidente regionale Giuseppe Scaboro, incontrerà il Prefetto di Venezia Vittorio Zappalorto, per consegnarli il documento approvato dall’Assemblea nazionale ANP-CIA, affinché venga trasferito dalle prefetture alla Presidenza Del Consiglio Dei Ministri e al Ministero del Lavoro e della Previdenza sociale.
Il documento contiene una serie di proposte e rivendicazioni nei confronti del Governo nazionale.

Sono oltre 43mila i pensionati veneti iscritti alla associazione (che si occupa dei pensionati e degli all’interno della Confederazione Italiana Agricoltori, con 420mila iscritti in Italia), con punte di 17mila a Padova e 13mila a Venezia. Il 43% sono uomini, con una età media di circa 74 anni, il 57% donna con una età media di 77 anni e mezzo. La maggior parte delle pensioni rappresentate da Anp deriva dal lavoro dipendente (44%) e dall’agricoltura (35%). Seguono artigianato, commercio, pubblico impiego e altro (21%). Il 40,6% delle pensioni su cui ANP ha delega, sono pensioni minime (502 euro).

Al termine dell’incontro (all’incirca alle ore 12.00) la delegazione incontrerà la stampa in Campo San Maurizio per illustrare i contenuti del documento presentato al Prefetto.

L’agricoltura veneta in prima fila nell’incontro che si è svolto ieri a Bruxelles, in occasione del presidium di Copa e Cogeca, i Comitati delle organizzazioni agricole e cooperative dell’Ue. Alla presenta del Commissario Europeo all’Agricoltura Phil Hogan e al presidente pro-tempore della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo Paolo De Castro, il presidente di CIA Agricoltori Italiani Veneto Gianmichele Passarini, in rappresentanza di CIA nazionale, ha illustrato la posizione della confederazione, con un occhio di riguardo alle ricadute per la nostra regione e in generale alle politiche territoriali. 

Lunedì, 10 Giugno 2019 08:00

19^ Festa Regionale del Pensionati

Una visita al centro storico di Treviso città d’acque, una passeggiata tra le colline del Prosecco o un tuffo nella storia tra musei e borghi e a seguire (ore 12.00) un allegro pranzo tra amici per festeggiare gli associati a ANP-CIA Veneto e le loro famiglie. Domenica 16 giugno si svolgerà la 19^ Festa Regionale dei Pensionati. La quota di iscrizione è di 25 euro. Informazioni e prenotazioni sono disponibili in tutte le sedi CIA del Veneto. In allegato la locandina della giornata ed il programma delle visite.

FESTA REGIONALE ANP

Il programma delle visite:

PROGRAMMA

 

Martedì, 21 Maggio 2019 11:26

Firmato il protocollo sul caporalato

«È stato un anno di intenso lavoro: questo protocollo non rappresenta certamente un punto di arrivo bensì di partenza per contrastare il caporalato».
Gianmichele Passarini, presidente di CIA Agricoltori Italiani Veneto, saluta con soddisfazione la firma – avvenuta stamattina a Palazzo Balbi - del documento con la Regione Veneto e gli altri protagonisti del tavolo di confronto.
«Il settore agricolo - ricorda Passarini - è tra quelli maggiormente esposti al rischio di irregolarità, per il carattere prevalentemente stagionale della domanda e per la difficoltà nel gestire i rapporti di lavoro con la manodopera. Purtroppo anche la campagna veneta è attraversata da situazioni al limite della legalità. Come associazione di categoria, siamo già impegnati per il contrasto a questo fenomeno, aderendo al progetto NAVE (Network Antitratta per il Veneto) e collaborando con realtà come Libera. Venendo al protocollo di oggi, alcune delle nostre richieste sono state accolte, su altre dovremo ancora lavorare».
«Caporalato – conclude il presidente regionale di CIA - non vuol dire solo sfruttamento e illegalità, ma anche insicurezza e mancanza di controlli: il legame con gli infortuni sul lavoro diventa poi inevitabile. Per questo è importante vigilare e per questo è importante l’accordo odierno».

Martedì, 21 Maggio 2019 11:20

Maltempo, crisi per il Veneto

«Diciotto giorni di pioggia su venti, in questo mese di maggio, la situazione sta diventando insostenibile». Gianmichele Passarini, presidente di CIA Agricoltori Italiani Veneto, lancia l’allarme per il mondo agricolo: «Sono a rischio quantità e qualità delle produzioni, con cali che potrebbero arrivare al 40%».
«Pochi giorni fa – spiega Passarini - qualcuno mi ha detto che gli agricoltori si lamentano sempre della siccità, ed ora che piove da venti giorni ci lamentiamo lo stesso. In verità a rendere difficile la situazione è proprio la mancanza di gradualità, l’instabilità nel passaggio da una stagione all’altra. Veniamo da un inverno caldo e siccitoso e ci troviamo in una primavera fredda e piovosa. Il ciclo della natura è impazzito».
CIA Veneto sta monitorando la situazione in tutta la regione, dalla montagna alla pianura.
«In quota abbiamo problemi con le frane – conferma il presidente – a causa dell’eccesso di pioggia. I prati inoltre, a causa della bassa temperatura, non maturano, creando problemi ai pascoli che si ritrovano senza foraggio».
Altro ordine di problemi in pianura: «Frumento e orzo subiscono il fenomeno dell’allettamento. Le piante cioè sono cadute a causa della troppa pioggia. Questo provocherà un calo di qualità e di quantità».
Per quanto riguarda il mais, la bassa temperatura sta bloccando la germogliazione. In molti casi bisognerà riseminare: ma più tardi arriverà il caldo, peggio sarà. Problemi anche in pianura per il foraggio, mentre viene sottovalutata una grande questione: «Quella delle api – conferma Passarini – che non stanno impollinando le piante, provocando enormi danni ai frutteti».
Come già calcolato in alcune province (Padova e Venezia in particolare), il calo di produzione e di fatturato varia tra il 20 e il 40%. «È l’ennesimo colpo al nostro settore – conclude Passarini – che negli ultimi 10 anni ha pagato, a livello nazionale, 10 miliardi di euro in termini di fatturato».

Domenica, 19 Maggio 2019 17:11

Fauna Selvatica, presidio a Venezia

Si sono ritrovati in un centinaio, con striscioni, cartelli e campanacci, a Palazzo Balbi, sede della Regione Veneto, per chiedere la modifica della legge sulla fauna selvatica. CIA – Agricoltori Italiani Veneto è stata protagonista stamattina di un presidio, cui è seguito un incontro con l’assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan, per presentare la proposta di modifica della legge 157/1992.

«Le misure tampone adottate in questi ultimi anni – spiega il presidente regionale di CIA Gianmichele Passarini - hanno registrato un sostanziale flop, con un saldo negativo che grava prima di tutto sulle imprese agricole. Per questo non è più rinviabile un nuovo piano operativo, modificando la legge quadro datata 1992 che regola la materia. La questione animali selvatici è stata anche al centro della nostra ultima Assemblea nazional, durante la quale abbiamo chiesto alle Istituzioni di agire: ripensando la normativa vigente, riformando gli ambiti territoriali venatori e superando il regime del de minimis nel rimborso dei danni agli agricoltori che, di fatto, paralizza il sistema. Soprattutto oggi occorre introdurre il concetto di "corretta gestione" accanto a quello di protezione, parlando di "carichi sostenibili" di specie animali nei diversi territori e ambienti, tenendo conto degli aspetti naturali, ma anche produttivi e turistici».

In Italia la legge quadro è appunto la 157 del 1992. A livello veneto è stata recepita dalla legge regionale 50 del 1993.

«La fauna selvatica – aggiunge Passarini - pur essendo patrimonio dello Stato, è per legge affidata in gestione alle Regioni. Per questo motivo, se un animale selvatico ha provocato dei danni a persone o a cose, come avviene soprattutto in occasione di un incidente stradale, è possibile chiedere alla Regione sul cui territorio è avvenuto il fatto un eventuale risarcimento in quanto civilmente responsabile. Ma attenzione: per avere diritto al risarcimento occorre dimostrare che la Regione è, almeno in parte, responsabile in quanto non ha adottato tutte le misure idonee ad evitare che la fauna selvatica abbia arrecato un danno nel caso concreto».

Intanto lupi, cormorani, lepri, nutrie, scoiattoli grigi, cinghiali, oche e tanti altri animali continuano a banchettare tra vigne e campi di mais, tra frutteti e orti, senza che gli agricoltori possano contrapporre armi efficaci. E i danni, in un anno, sono calcolati in 70 milioni di euro, pensando alla sola perdita di fatturato agricolo nel Paese.

«La legislazione vigente, nata in una situazione ambientale e sociale completamente diversa da quella attuale, risulta essere obsoleta e carente per affrontare i problemi odierni. Per questo motivo la Cia Agricoltori Italiani intende proporre una radicale riforma della Legge 157/92 che regola in Italia la materia e si rende protagonista di una mobilitazione generale in tutte le Regioni, oltre che nei confronti del Governo centrale, per modificare profondamente queste politiche. La finalità di fondo, indicata già nel titolo della legge, deve essere modificata passando dal principio di “protezione” a quello di “gestione”.

Quella legge nasceva in una situazione ambientale in cui risultava prioritario focalizzarsi sulla conservazione della fauna, a rischio di estinzione per moltissime specie caratteristiche dei nostri territori. Oggi la situazione è completamente diversa, accanto a specie da tutelare in aree specifiche, ci sono altre che sono in sovrannumero o addirittura diventate infestanti, che creano danni ambientali ed economici».

Rapporto con l’attività venatoria

La gestione della fauna selvatica e l’attività venatoria hanno evidentemente delle connessioni tra loro, ma si tratta di due aspetti profondamente distinti: di carattere generale di governo del territorio il primo, e specifico, ludico-ricreativo il secondo.

Questa distinzione deve essere presente e caratterizzare la programmazione e la gestione del sistema. Il controllo delle specie in eccesso deve rappresentare un’azione prioritaria nella programmazione faunistica, mettendo in campo tutti gli strumenti preventivi e operativi necessari, anche con strumenti di emergenza e di pronto intervento.

Il controllo anche quando prevede l’abbattimento selettivo dei selvatici deve essere svolto prioritariamente da personale pubblico e/o dagli addetti della vigilanza venatoria, oltre che dall’azione ordinaria della caccia selettiva. Deve essere prevista o rafforzata la possibilità di istituire personale ausiliario, adeguatamente preparato e munito di licenza di caccia, per essere impiegato dalle autorità competenti in convenzione.

Autotutela degli agricoltori

Gli agricoltori, sentito il parere dell’Ispra, sui propri fondi devono poter essere autorizzati ad agire in autotutela, con metodi ecologici, interventi preventivi o anche mediante abbattimento con armi da fuoco, se muniti di licenza di caccia o se convenzionati con il personale ausiliario, adeguatamente preparato operativo sul territorio, in convezione con le Regioni e le Province Autonome.

Risarcimento totale del danno

Laddove, malgrado le azioni preventive ed i piani di contenimento, le attività agricole, anche connesse, abbiano subito danni da fauna selvatica, i proprietari ed i conduttori dei fondi hanno diritto al risarcimento integrale della perdita effettivamente subita a causa di animali di proprietà dello Stato.

Il risarcimento deve essere integrale, comprensivo dei danni diretti ed indiretti alle attività imprenditoriali. I criteri di determinazione dei danni e le procedure ed i tempi del risarcimento devono essere omogeni sul territorio regionale, in modo da non avere comportamenti difformi tra zone e/o tipologie di imprese.

Per i risarcimenti le Regioni si servono di fondi provenienti dalle tasse di concessione all’abilitazione dell’attività venatoria, eventualmente integrati con fondi propri, qualora

Tracciabilità della filiera venatoria

Occorre assicurare un efficace controllo ed adeguata tracciabilità della filiera venatoria, partendo dalla presenza di centri di raccolta, sosta e lavorazione della selvaggina, idonei ed autorizzati, in tutte gli areali di caccia. In linea di principio va regolamentato il principio che per tutti gli animali, specie per gli ungulati, la selvaggina non direttamente consumata dal cacciatore, ma in qualsiasi altro modo commercializzata ed immessa al consumo deve essere tracciata e passare per i centri di raccolta autorizzati.

FaunaSelvatica2

Giovedì, 16 Maggio 2019 15:43

Fauna Selvatica, presidio in Regione

CIA Agricoltori Italiani Veneto organizza un presidio di fronte a Palazzo Balbi per presentare alla Regione Veneto la proposta di modifica della legge sulla fauna selvatica. L’appuntamento è in programma domani, venerdì 17 maggio, con partenza del corteo dalla stazione di Santa Lucia alle 9.30 fino alla sede della Regione.

«Il proliferare di cinghiali, lupi e altre specie non solo crea danni milionari all’agricoltura, ma minaccia sempre più spesso la sicurezza dei cittadini - spiega Gianmichele Passarini, presidente regionale di CIA - ma le misure tampone adottate in questi ultimi anni hanno registrato un sostanziale flop, con un saldo negativo che grava prima di tutto sulle imprese agricole. Per questo non è più rinviabile un nuovo piano operativo, modificando la legge quadro datata 1992 che regola la materia. Solo per fare un esempio, alla fine del 2018, nell’area del Parco Colli Euganei, sono stati rimossi 1.082 cinghiali, di cui 561 maschi e 521 femmine. Un’attività efficace, ma che non è stata sufficiente a salvaguardare l’incolumità della popolazione, né a limitare i danni milionari che la fauna selvatica sta arrecando all’agricoltura.

Nello stesso anno, il lupo in Veneto ha ucciso 400 capi di bestiame e ne ha feriti 50. Le prede preferite sono state pecore e capre, seguiti dai bovini e dagli asini (33 capi). Altri 125 capi risultano dispersi a causa degli assalti del grande predatore. Complessivamente nel 2018 sono stati accertati 196 eventi di predazione da lupo; nel 2017 erano stati 176».

Alle ore 10.30 una delegazione sarà ricevuta dall'assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan. Alle 11.30, in campo San Tomà, è previsto l’incontro con la stampa.

Sabato, 04 Maggio 2019 12:46

Canapa, opportunità che sfuma?

Le recenti prese di posizione sulla coltivazione e commercializzazione della canapa riaccendono i riflettori sull'argomento. E' per questo che CIA Agricoltori Italiani Rovigo, in collaborazione con CIA Veneto, organizza il convegno «Canapa: opportunità che sfuma?», in programma lunedì 6 maggio, alle ore 9:30, al Palazzetto Campagne Vecchie di Rovigo (Piazza Garibaldi).
Dopo i saluti di Aglio Giordano, presidente provinciale dell'associazione agricola e coordinati dal direttore provinciale Paolo Franceschetti, direttore interverranno: Stefano Bona dell'Università di Padova con una relazione su "Tecniche agronomiche convenzionali e innovative"; Gianpaolo Grassi, primo ricercatore Crea Ci di Rovigo, con un focus dedicato a "Problematiche sulla disponibilità del seme e delle varietà adatte alla coltivazione"; Daniele Modesto, amministratore Zerofarms che illustrerà il " Controllo completo dei parametri ambientali nella produzione della canapa" La posizione e le proposte sul tema canapa di Cia-Agricoltori Italiani verranno, invece presentate da Ivan Nardone del Dipartimento Sviluppo Agroalimentare e del Territorio di Cia Nazionale. Sulla promozione e la coltivazione della canapa con le possibili attività della Regione Veneto, interverrà Alberto Zannol, direttore direzione Agroalimentare Regione Veneto. Infine, dopo il dibattito, le conclusioni saranno affidate a Gianmichele Passarini, presidente Cia Veneto. L'iniziativa ha il patrocinio del Collegio Provinciale dei Periti Agrari e dei Periti Agrari Laureati della Provincia di Rovigo e dell'Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Rovigo.

Solo nell’ultimo triennio la superficie dedicata alla coltivazione di canapa in Italia è passata da 950 a quasi 3.000 ettari, registrando un incremento del 200%.

«La canapa rappresenta un’occasione unica per i territori - spiegano gli esperti Cia - contribuisce a ridurre il consumo di suolo, diserbare i terreni e bonificarli dai metalli. In più ha un altissimo valore aggiunto per il Made in Italy, grazie ai suoi mille impieghi nel campo dell’alimentare, della cosmetica, del tessile, del verde ornamentale, della bioedilizia e delle bioplastiche».

Fino agli anni Cinquanta del secolo scorso, l’Italia era il secondo produttore mondiale di canapa dopo l’Unione Sovietica. La Penisola contava fino a 100 mila ettari seminati per un milione di quintali prodotti. Poi l’abbandono, con lo sviluppo delle fibre sintetiche, ma soprattutto come conseguenza della campagna mondiale contro una produzione considerata a torto solo nella fattispecie delle sostanze stupefacenti.

«Oggi raccogliamo gli effetti della legge 242 del 2016 relativa alle Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa -osserva Cia- che, approvata all’unanimità dal Parlamento, ha ridato slancio e fiducia alla coltivazione della canapa e alle sue trasformazioni».

Mercoledì, 17 Aprile 2019 12:57

Preoccupazione per il rischio aumento IVA

Cia-Agricoltori italiani dichiara la sua preoccupazione per il paventato aumento Iva nel 2020 dopo le dichiarazioni del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, in audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato.
Cia-Agricoltori Italiani sottolinea come Il settore agricolo sia già penalizzato nella catena della formazione dei prezzi, che presenta già un forte divario di quelli alla produzione rispetto che a quelli al consumo. Si rischia così di far pagare solo all’agricoltura questo incremento Iva.
Secondo Cia-Agricoltori Italiani questo aumento farà crescere la depressione della domanda interna di consumi.

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La Confederazione Italiana Agricoltori del Veneto è la struttura della Cia che opera nel territorio veneto. È un’organizzazione laica, autonoma dai partiti e dai governi, che lavora per il progresso dell'agricoltura e per la difesa dei redditi e la pari dignità degli agricoltori nella società, rappresentando oggi oltre 35.000 aziende.

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