Domenica, 19 Maggio 2019 17:11

Fauna Selvatica, presidio a Venezia

Si sono ritrovati in un centinaio, con striscioni, cartelli e campanacci, a Palazzo Balbi, sede della Regione Veneto, per chiedere la modifica della legge sulla fauna selvatica. CIA – Agricoltori Italiani Veneto è stata protagonista stamattina di un presidio, cui è seguito un incontro con l’assessore regionale all’Agricoltura Giuseppe Pan, per presentare la proposta di modifica della legge 157/1992.

«Le misure tampone adottate in questi ultimi anni – spiega il presidente regionale di CIA Gianmichele Passarini - hanno registrato un sostanziale flop, con un saldo negativo che grava prima di tutto sulle imprese agricole. Per questo non è più rinviabile un nuovo piano operativo, modificando la legge quadro datata 1992 che regola la materia. La questione animali selvatici è stata anche al centro della nostra ultima Assemblea nazional, durante la quale abbiamo chiesto alle Istituzioni di agire: ripensando la normativa vigente, riformando gli ambiti territoriali venatori e superando il regime del de minimis nel rimborso dei danni agli agricoltori che, di fatto, paralizza il sistema. Soprattutto oggi occorre introdurre il concetto di "corretta gestione" accanto a quello di protezione, parlando di "carichi sostenibili" di specie animali nei diversi territori e ambienti, tenendo conto degli aspetti naturali, ma anche produttivi e turistici».

In Italia la legge quadro è appunto la 157 del 1992. A livello veneto è stata recepita dalla legge regionale 50 del 1993.

«La fauna selvatica – aggiunge Passarini - pur essendo patrimonio dello Stato, è per legge affidata in gestione alle Regioni. Per questo motivo, se un animale selvatico ha provocato dei danni a persone o a cose, come avviene soprattutto in occasione di un incidente stradale, è possibile chiedere alla Regione sul cui territorio è avvenuto il fatto un eventuale risarcimento in quanto civilmente responsabile. Ma attenzione: per avere diritto al risarcimento occorre dimostrare che la Regione è, almeno in parte, responsabile in quanto non ha adottato tutte le misure idonee ad evitare che la fauna selvatica abbia arrecato un danno nel caso concreto».

Intanto lupi, cormorani, lepri, nutrie, scoiattoli grigi, cinghiali, oche e tanti altri animali continuano a banchettare tra vigne e campi di mais, tra frutteti e orti, senza che gli agricoltori possano contrapporre armi efficaci. E i danni, in un anno, sono calcolati in 70 milioni di euro, pensando alla sola perdita di fatturato agricolo nel Paese.

«La legislazione vigente, nata in una situazione ambientale e sociale completamente diversa da quella attuale, risulta essere obsoleta e carente per affrontare i problemi odierni. Per questo motivo la Cia Agricoltori Italiani intende proporre una radicale riforma della Legge 157/92 che regola in Italia la materia e si rende protagonista di una mobilitazione generale in tutte le Regioni, oltre che nei confronti del Governo centrale, per modificare profondamente queste politiche. La finalità di fondo, indicata già nel titolo della legge, deve essere modificata passando dal principio di “protezione” a quello di “gestione”.

Quella legge nasceva in una situazione ambientale in cui risultava prioritario focalizzarsi sulla conservazione della fauna, a rischio di estinzione per moltissime specie caratteristiche dei nostri territori. Oggi la situazione è completamente diversa, accanto a specie da tutelare in aree specifiche, ci sono altre che sono in sovrannumero o addirittura diventate infestanti, che creano danni ambientali ed economici».

Rapporto con l’attività venatoria

La gestione della fauna selvatica e l’attività venatoria hanno evidentemente delle connessioni tra loro, ma si tratta di due aspetti profondamente distinti: di carattere generale di governo del territorio il primo, e specifico, ludico-ricreativo il secondo.

Questa distinzione deve essere presente e caratterizzare la programmazione e la gestione del sistema. Il controllo delle specie in eccesso deve rappresentare un’azione prioritaria nella programmazione faunistica, mettendo in campo tutti gli strumenti preventivi e operativi necessari, anche con strumenti di emergenza e di pronto intervento.

Il controllo anche quando prevede l’abbattimento selettivo dei selvatici deve essere svolto prioritariamente da personale pubblico e/o dagli addetti della vigilanza venatoria, oltre che dall’azione ordinaria della caccia selettiva. Deve essere prevista o rafforzata la possibilità di istituire personale ausiliario, adeguatamente preparato e munito di licenza di caccia, per essere impiegato dalle autorità competenti in convenzione.

Autotutela degli agricoltori

Gli agricoltori, sentito il parere dell’Ispra, sui propri fondi devono poter essere autorizzati ad agire in autotutela, con metodi ecologici, interventi preventivi o anche mediante abbattimento con armi da fuoco, se muniti di licenza di caccia o se convenzionati con il personale ausiliario, adeguatamente preparato operativo sul territorio, in convezione con le Regioni e le Province Autonome.

Risarcimento totale del danno

Laddove, malgrado le azioni preventive ed i piani di contenimento, le attività agricole, anche connesse, abbiano subito danni da fauna selvatica, i proprietari ed i conduttori dei fondi hanno diritto al risarcimento integrale della perdita effettivamente subita a causa di animali di proprietà dello Stato.

Il risarcimento deve essere integrale, comprensivo dei danni diretti ed indiretti alle attività imprenditoriali. I criteri di determinazione dei danni e le procedure ed i tempi del risarcimento devono essere omogeni sul territorio regionale, in modo da non avere comportamenti difformi tra zone e/o tipologie di imprese.

Per i risarcimenti le Regioni si servono di fondi provenienti dalle tasse di concessione all’abilitazione dell’attività venatoria, eventualmente integrati con fondi propri, qualora

Tracciabilità della filiera venatoria

Occorre assicurare un efficace controllo ed adeguata tracciabilità della filiera venatoria, partendo dalla presenza di centri di raccolta, sosta e lavorazione della selvaggina, idonei ed autorizzati, in tutte gli areali di caccia. In linea di principio va regolamentato il principio che per tutti gli animali, specie per gli ungulati, la selvaggina non direttamente consumata dal cacciatore, ma in qualsiasi altro modo commercializzata ed immessa al consumo deve essere tracciata e passare per i centri di raccolta autorizzati.

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Letto 1471 volte Ultima modifica il Domenica, 07 Luglio 2019 13:32
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La Confederazione Italiana Agricoltori del Veneto è la struttura della Cia che opera nel territorio veneto. È un’organizzazione laica, autonoma dai partiti e dai governi, che lavora per il progresso dell'agricoltura e per la difesa dei redditi e la pari dignità degli agricoltori nella società, rappresentando oggi oltre 35.000 aziende.

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